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AFORISMA DEL GIORNO

26 luglio, 2016

Clonazione, le "gemelle" di Dolly stanno bene, nessuna malattia legata all'invecchiamento

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A vent’anni dalla nascita di Dolly si torna a parlare di quello che è stato una degli studi più importanti della scienza in questi utimi decenni. Era il 1996 quando la clonazione diventava realtà e – inevitabilmente - entrava nella storia. Un esame condotto sulle quattro pecore nate otto anni fa dalle cellule di Dolly ha evidenziato come anche i cloni possano vivere a lungo e in buona salute. I test svolti sugli animali hanno dato esito negativo, sollevando ogni dubbio su un possibile deterioramento prematuro delle loro cellule.

Per anni gli scienziati di tutto il mondo si sono domandati se la causa della morte di Dolly fosse o meno l’invecchiamento precoce. Uno studio coordinato da Kevin Sinclair dell’Università di Nottingham e pubblicato sulla rivista Nature Communications ha fatto luce sulla faccenda. La ricerca inglese è infatti il primo lavoro dettagliato mai condotto sullo stato di salute della “prole” nata da Dolly. Si chiamano Debbie, Denise, Dianna e Daisy, e in comune hanno molto più della lettera iniziale. Le quattro pecorelle hanno lo stesso Dna e sono nate dalla clonazione della serie di cellule appartenenti alla ghiandola mammaria che aveva dato vita a Dolly. Gli esami fatti sui quattro animali, che hanno tra i sette e i nove anni (l’equivalente di 60-70 anni nell’uomo), hanno scongiurato l’insorgenza di malattie legate all’invecchiamento.

Dolly non è stato il primo animale del mondo a essere clonato, ma è stato certamente il più famoso. In apparenza un ovino come tutti gli altri, fu il primo mammifero a essere riprodotto dal Dna di un adulto. Rane, topi, mucche e piante di ogni specie erano già state clonate in precedenza, ma tutte con la stessa tecnica: usando le cellule embrionali. Allevata dagli studiosi del Roslin Institute in Scozia, Dolly cresce e vive normalmente fino ai cinque anni. Morirà  per complicazioni dovute a un tumore.

Chiusa una volta per tutte la discussione sui possibili rischi della tecnica usata nel 1996, viene da chiedersi quale sia la vera eredità di Dolly. Il successo della clonazione di allora illuse gli scienziati che tutto era possibile. Che si sarebbero potute sconfiggere le malattie. Che si sarebbero potuti ricreare esseri umani.

Nel 2016 la clonazione umana viene vista come poco utile e difficilmente realizzabile. ll maggiore impatto in tal senso è visibile, secondo gli studiosi, nel campo delle cellule staminali.

FONTE: TgCom.it
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23 luglio, 2016

Dramma Messina, di nuovo senz'acqua e sommersa dai rifiuti, rischio emergenza sanitaria

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Torna l'emergenza siccità in riva allo Stretto. All'alba di questa mattina a Calatabiano un incendio ha distrutto le tubature flessibili di emergenza che costituivano il "bypass" dell'acquedotto che permette l'approvvigionamento idrico da Fiumefreddo, estrema periferia della provincia, all'acquedotto della città di Messina. L'AMAM ha sospeso dalle 9 di stamattina l'erogazione al fine di preservare le residue risorse idriche e la città è dunque di nuovo a secco. Secondo quanto riferito dai siti messinesi, questo è il terzo tentativo attuato da parte di ignoti criminali al fine di danneggiare la condotta, infatti già due giorni fa si era sviluppato un vasto incendio nelle aree adiacenti al bypass e la compromissione delle tubature fu scongiurata grazie all'intervento tempestivo dei Canadair. Ignote le motivazioni del gesto doloso. Erano da tempo già stati previsti degli interventi di manutenzione sulle condotte con una sospensione programmata (e a questo punto probabilmente anticipata) dell'erogazione. Lasciare la città "a secco" per giorni e in piena estate, con 30° gradi temperatura, potrebbe rappresentare un grave rischio per tutte le fasce più sensibili della popolazione, e sicuramente le numerosi autobotti mobilitate e che verranno, fra poco, prese d'assalto, potrebbero non essere sufficienti.

A distanza di quasi 9 mesi dall'ultima emergenza idrica, ben poco si è fatto per risolvere in modo definitivo il problema. Le condutture del secondo sistema idrico (n.d.R. res privata e non pubblica), che trasporta l'acqua dall'Alcantara, continuano stranamente a non funzionare o a funzionare con flussi minimi (200 litri), con promesse di inizio di lavori di riparazione rinviate di mese in mese. Il vecchio sistema in tubi rigidi è costantemente minacciato da frane ripetute, ed è di fatto un colabrodo, con interventi che erano stati programmati già in piena estate. Il sistema di bypass con tubi in plastica e "a cielo aperto" era il punto più vulnerabile, e abbiamo già detto dell'incendio che ha distrutto circa 150 metri di condotto.

Tale emergenza aggrava ulteriormente un quadro già cronicamente angariato dall'emergenza rifiuti: da settimane in tutta la città e soprattutto nelle periferie fanno capolino cumuli di spazzatura non raccolta, frutto delle problematiche politiche e organizzative sul conferimento dei rifiuti, in una sorta di cronica "guerra" che vede il governatore della Regione Crocetta e il sindaco di Messina Accorinti da tempo impegnati in un valzer di supercazzòle scappellate e isterismi vari. A questo si unisce l'assurda scelta di costruire un impianto di trattamento dei rifiuti a Pace (a pochi chilometri da centri residenziali, progetto prima bloccato per ovvie ragioni ambientali e poi stranamente sbloccato da una sentenza del TAR) e la quasi totale assenza di una politica di raccolta differenziata a domicilio nell'attuale territorio urbano messinese, uno dei tanti fallimenti dell'attuale politica messinese, in un Comune che è da 3 anni di fatto in "default" e di fatto commissariato dalla Corte dei Conti, con bilanci da tempo non presentati o non approvati.

Ovviamente la siccità e la spazzatura sono una combinazione adatta a favorire il proliferare di blatte, zanzare e topi, questi ultimi addirittura infestanti il più importante parco giochi per bambini della città (nel link il video), e questo potrebbe porre un serio rischio per la salute dei cittadini, e potrebbe spingere irresponsabili a bruciare la spazzatura in loco (altra frequente e nefasta abitudine messinese), con ulteriori gravi rischi per i fumi tossici generati dalla combustioni di materiali in plastica e per il creare incendi in una città già in emergenza idrica.
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21 luglio, 2016

Infermieri in protesta, “persi 7 mila posti di lavoro in 5 anni!”

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Pochi, massacrati dagli straordinari e pagati sempre meno. Questa la fotografia degli infermieri italiani scattata da IPASVI, la federazione nazionale dei professionisti del settore. Secondo un rapporto stilato dall’associazione, servono 47mila persone per raggiungere un “numero minimo necessario ottimale per garantire subito l’efficienza del territorio”. Anche perché, sottolinea la federazione, meno infermieri e straordinari troppo pesanti significa un maggiore tasso di mortalità negli ospedali.

Dal 2009 al 2014, infatti, il Servizio sanitario nazionale ha perso circa 7.500 addetti, con un calo del 2,21% della forza lavoro. Nel dettaglio, la contrazione maggiore in valori assoluti si registra in Campania con 2.102 infermieri in meno, seguita dal Lazio con -1.893 e dalla Calabria a -1.444. Ma in percentuale, spiega il rapporto, il primato spetta alla Calabria che perde il 16,31% dei suoi infermieri in cinque anni.

La scarsità di addetti diventa evidente anche anche in rapporto al numero di pazienti. In media, in Italia un infermiere si occupa di 12 pazienti, mentre in alcune Regioni si arriva anche a un rapporto di 1 a 18. Cifre a dir poco lontane dall’obiettivo indicato dalla federazione di un infermiere ogni 6 pazienti.

“Studi internazionali hanno dimostrato che la mortalità aumenta con il diminuire degli organici infermieristici – commenta Barbara Mangiacavalli, presidente Ipasvi – e in particolare un minor carico di pazienti per singolo infermiere permette la riduzione della mortalità dei pazienti del – 20%, se si portano da 10 a 6 i pazienti totali affidati a un singolo infermiere”.

Ma la salute dei pazienti, secondo la federazione, è messa a rischio anche dalla quantità di straordinari che devono fare gli infermieri italiani. Nel 2014, questa voce è in aumento in quasi tutte le Regioni rispetto a tre anni prima. “Le punte maggiori si hanno nel primo gruppo in Campania e nel Lazio, dove lo straordinario copre il 4,5% della retribuzione media e in Calabria (4%)”, fa notare il rapporto.

“La ridotta vigilanza può portare a errori clinici che possono compromettere il benessere del paziente – aggiunge la presidente Mangiacavalli – In uno studio relativo alle ore di lavoro degli infermieri per la sicurezza del paziente, i rischi di errori e gli errori sono aumentati quando gli infermieri hanno svolto turni straordinari oltre le 12 ore, incrementando 3 volte il rischio di cadere in errore e più del doppio il rischio di incorrere in un quasi-errore”.

E a fronte del maggiore impegno degli infermieri, le loro buste paga si assottigliano con il passare degli anni. Dal 2011 al 2014 le retribuzioni si sono ridotte di circa 70 euro all’anno a testa. A trascinare verso il basso il dato è la Liguria (-664 euro), il Friuli Venezia Giulia (-419 euro) e la Puglia (-310 euro).

“A fronte di questa situazione al limite – afferma il Movimento 5 Stelle in una nota – l’azione messa in campo dal governo e dal ministro della Salute in particolare, è stata – prosegue la nota -costante e chiara: prosecuzione dei tagli nel comparto sanità, blocco del turnover, mancato adeguamento alla normativa europea sull’orario di lavoro del personale medico sanitario. Chi cerca risposte adeguate rispetto ai problemi del comparto andando a bussare alla porta di questo esecutivo sta solo perdendo tempo”.

FONTE: Il Fatto Quotidiano
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Fecondazione eterologa, il Consiglio di Stato boccia la Lombardia: illegittimo far pagare assistiti

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E' illegittimo far pagare agli assistiti le spese per la fecondazione eterologa. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, respingendo l'appello della Regione Lombardia e confermando la decisione del Tar. "La determinazione regionale di distinguere la fecondazione omologa da quella eterologa, finanziando la prima e ponendo a carico degli assistiti la seconda, non risulta giustificata".

Secondo i magistrati con la scelta fatta dalla Lombardia si "realizza una disparità di trattamento lesivo del diritto alla salute delle coppie affette da sterilità o da infertilità assolute", si legge nella sentenza.

La Regione Lombardia aveva infatti deciso di applicare un ticket da 1.500 a 4mila euro per le coppie che avevano intenzione di affidarsi alla fecondazione eterologo, cioè quella che utilizza il seme o gli ovociti presi da persone esterne alla coppia stessa. Tale decisione aveva subito visto l'opposizione dell'associazione Sos Infertilità onlus. Il ricorso di quest'ultima era stato accettato dal Tar che aveva accolto la tesi della disparità. La Lombardia aveva lasciato gratuita la fecondazione omologa.

FONTE: Tgcom.it
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